Io speravo molto in un colpo di sonno improvviso, ma non accadde niente del genere, mi ritrovai da sola, con la sigaretta in bocca ad osservare il cielo; dall'altra parte della strada il fornaio continuava il suo lavoro, e ogni tanto intonava una melodia che adesso come adesso non saprei accennare, il profumo del pane inebriava i sensi.
Quella serata era veramente strana, non so perchè ma mi aspettavo succedesse qualcosa di li a poco, sentivo una strana sensazione nello stomaco e la mia testa continuava a divagare, cercavo di pensare a qualcosa ma era come se il mio cervello si fosse letteralmente spento.
Non era una sensazione molto piacevole, una fitta allo stomaco mi pervase e a stento riuscii a trattenermi dal cadere. Mi sedetti sul letto, e osservai il soffitto della mia stanza.
Provai nuovamente a straiarmi per cercare di cogliere l'attimo tra lo svenimento e il sonno, e finalmente mi addormentai...
Quando mi risvegliai c'era solo quel ragazzo di fronte a me, i lineamenti marcati, un sorriso premuroso e uno strano abbigliamento... Li per li non ebbi paura, mi sembrava di conoscerlo da moltissimo tempo, anche se non lo avevo mai visto prima.
Indossava una camicia di cotone di un color topo orrendo, le maniche arrotolate e quei due bottoni slacciati che lasciavano intravedere il colorito della pelle, un roseo pallido; un paio di bermuda verde militare e quelle scarpe enormi...
Dopo averlo scrutato attentamente, non riuscii a spiccicar parola, tutto quello che mi fuoriuscì dalla bocca fu un verso più simile al latrato di un cane. Accennò una smorfia e con tono pacato mi suggerì di non scompormi più di tanto alla sua vista, perchè la sua visita sarebbe stata molto breve.
Annuii senza sapere nemmeno il perchè, ma la testa si mosse da sola, e non avevo la minima intenzione di stare a controllare i miei movimenti, dopotutto ne avevo piena ragione visto che mi ero svegliata con un perfetto sconosciuto seduto ai piedi del mio letto!.
Mi fissò cercando di capire a cosa stessi pensando e riprese il suo discorso: "Non posso parlare apertamente, quindi spero in una tua lettura nelle mie metafore." il tono si fece dolce, con un tono paterno. "E' stato lo stesso anche per la rondine, ha dovuto abbandonare tutto, è dovuta fuggire al gelo. Ma come hai visto è tornata, e non è tornata perchè voleva, è tornata perchè DOVEVA."Concluse il suo discorso con un sorriso mi baciò la fronte e si dileguò...
Non ho mai più rivisto quel ragazzo, non ho mai avuto la coscienza di capire quello che mi aveva detto, eppure quella strana sensazione è rimasta... Non era uno sconosciuto, non poteva essere uno sconosciuto, sicuramente era già entrato nella mia vita, forse sottoforma di qualche altra cosa, o persona. Ma non potevo essere all'oscuro di chi fosse, era cosi perfettamente familiare!...
Non so se smisi di pensarci perchè non ne avevo voglia, oppure per paura di scoprire chi fosse veramente, fatto sta che ben presto dimenticai perfino di aver vissuto, o immaginato quella notte...
oddio Tata quanto è bello quest'intervento!stupendo...
RispondiEliminati amo